Il 26 marzo il Parlamento europeo ha approvato la direttiva dell’Unione europea sul copyright. un passo avanti per la protezione della privacy dei creatori di contenuti online. ma ci sono numerose riserve a riguardo.
Partiamo con il capire cosa sono gli articoli 11, 13 e 17…
L’articolo 11 chiamato anche Link Tax, prevede l’obbligo per le piattaforme online che pubblicano anteprime degli articoli di giornale di ottenere una licenza preventiva da parte del detentore dei diritti, pagando gli editori.
Semplificando, si tratta dei frammenti giornalistici pubblicati da Google nella sezione Notizie del suo motore di ricerca, ma anche tutte le anteprime generate quando sui social gli utenti condividono dei link che mostrano un titolo, una foto d’anteprima e un sommario.
La versione finale del testo dice che la riproduzione di “singole parole o estratti brevissimi” di contenuti di news richiederanno l’acquisto di una licenza presso i titolari degli stessi; senza però specificare in un dato misurabile l’entità di quegli “estratti brevissimi” e che potrebbe portare a incertezze nell’interpretazione della legge.Il testo specifica anche che non ci saranno eccezioni. L’acquisizione della licenza sarà obbligatoria per tutti, che siano piccole società, o non-profit, o blog scritti da una sola persona.
L’Articolo 13 riguarda invece l’obbligo da parte delle piattaforme online di controllare il contenuto caricato dagli utenti usando filtri preventivi che escludano la pubblicazione di materiale protetto da copyright.
Il testo esclude espressamente tutti i contenuti riconducibili alla satira, alle caricature, alle parodie, alle critiche e alle recensioni. È però evidente, data l’entità della verifica, che i controlli debbano essere affidati ad algoritmi automatici che potrebbero non essere in grado di capire la differenza tra i contenuti.
L’Articolo 17, infine, è l’articolo che è andato a sostituire l’articolo 13, con alcune modifiche.
quindi cosa succederÀ?
Bisogna attendere. Gli stati europei hanno 2 anni di tempo per modificare ed approvare le proprie leggi in modo che rispettino tali direttive. L’unica certezza è che questi articoli modificano in maniera abbastanza radicale l’utilizzo di internet.